All’interno delle organizzazioni possono emergere non di rado bisogni di accompagnamento psicologico individuale. Molte possono essere le motivazioni, ad esempio, le responsabilità correlate al ruolo ricoperto, difficoltà nelle relazioni con gli altri colleghi, carichi di lavoro, stress dovuto alla conciliazione dei tempi lavoro/famiglia. Può risultare in questi casi molto efficace trovare uno spazio protetto all’interno del quale poter condividere le proprie personali aree di difficoltà, dall’altra di avere la possibilità di sedimentare maggiormente eventuali contenuti appresi in momenti di formazione di gruppo.
Si tratta di un bisogno giustificato dalla complessità delle mansioni connesse al ruolo ricoperto dai lavoratori, complessità che talora mette la persona in contatto non solo con le proprie fragilità ma anche con il proprio gap formativo. Con l’istituzione dello sportello psicologico aziendale si profila quindi un’occasione per l’ organizzazione di sostenere i lavoratori, specie coloro che ricoprono i ruoli più delicati, nei loro sforzi di assecondare al meglio le politiche aziendali. Un tale servizio viene infatti visto nell’ottica dell’empowerment dei lavoratori, con conseguenti ricadute sul livello generale di benessere organizzativo.
Va in premessa precisato che lo sportello:
- Non eroga prestazioni di psicoterapia, ma di supporto psicologico ai lavoratori;
- Non si tratta di un intervento correttivo relativamente alla disciplina sullo stress lavoro correlato;
- Si tratta piuttosto di un intervento di carattere preventivo;
- Opera nella garanzia della massima riservatezza per i lavoratori;
Lo sportello è un servizio innovativo, un benefit prezioso per i lavoratori, per l’istituzione del quale è necessario avviare un’attenta fase istruttoria che vada a definire i confini del servizio. In quella fase, partendo dai bisogni dell’organizzazione, si definiranno ad esempio: i tempi di apertura, la durata del progetto, le modalità di verifica in itinere, come pure dei report al committente.